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NaturalMail Nr.38

Nr. 38

OMEOPATIA

Medicina Omeopatica e Omeopatia.

Le metodologie e le conclusioni che derivano dalla filosofia omeopatica di Hahnemann e Kent possono essere migliorate ma non possono essere cambiate nell’essenza che le accomuna con il fondamento filosofico, altrimenti si finisce per fare qualcosa di diverso dall’Omeopatia.
La si deve migliorare rendendola più coerente con se stessa e non certo scomponendola, come se l’Omeopatia fosse una somma di parti che abbiano un senso anche separate le une dalle altre.
Non si può pensare di fare Omeopatia semplicemente perché si utilizzano i rimedi, andandone però a snaturare, negare, i fondamenti e la filosofia. Così facendo si potrà creare un nuovo tipo di sistema o un sottosistema dell’Omeopatia, ma non si potrà affermare di fare Omeopatia.
In questo senso nasce e si afferma, grazie alla coerenza di una propria particolare visione, l’Omotossicologia, che pur avendo molto in comune con l’Omeopatia non si è certo appropriata del suo nome.
In generale invece le varie metodologie che nascono dall'Omeopatia non trovano una loro definizione autonoma e nemmeno principi propri. Vogliono rifarsi sempre al nome di Omeopatia ma ne negano volontariamente o di fatto quelli che sono dei fondamenti imprescindibili se si vuole poter dire di operare e ragionare omeopaticamente.
Non dobbiamo confondere una metodologia omeopatica con l’Omeopatia.
Una metodologia è solo un uso di una parte di principi e di una parte dei metodi.
La distinzione fra un omeopata e colui che utilizza solo una metodologia è appunto che il primo utilizza i metodi in funzione dell’applicazione del principio, mentre il secondo concentra la sua attenzione solo sul metodo e segue una filosofia lontana da quella omeopatica, si basa su esperienze empiriche slegate fra loro, la sua azione è permeata da confusione e spesso non si rende conto esattamente di quali sono i principi che sta applicando.
Coloro che usano metodologie invece che principi sono purtroppo la maggioranza. Usare i principi spinge verso la coerenza: la coerenza è fonte di salute, ed è molto difficile da sostenere.

I medici omeopati che seguono i metodi invece che i principi continuano a ragionare da allopati, infatti l’Allopatia segue dei metodi invece che dei principi.
Scrive Kent: «L'omeopatia afferma che la pratica della medicina è governata da principi. Si può dire che prima di Hahnemann non sia mai stato accettato alcun principio fondamentale della medicina e ancor oggi la teoria e la pratica della vecchia scuola denotano questa mancanza. »
Lacuna che a tutt’oggi non è ancora stata colmata.
L’approccio empirico con cui vengono ricavati i farmaci e poi abbandonati ne è la dimostrazione più lampante.
Basti pensare che in America hanno stabilito che d’ora in avanti i farmaci pediatrici devono essere sperimentati direttamente sui bambini, perché hanno costatato troppi e troppo dannosi effetti collaterali utilizzando quelli sperimentati sugli animali e questo perché ovviamente i due organismi (bambino-animale) non sono compatibili.
Questa, che doveva essere una conclusione di una riflessione di principio, è stata formulata invece per via empirica a danno di tanti bambini.
Scrive Kent: «La vecchia scuola riconduce la pratica medica interamente all'esperienza, ai dati raccolti dietro somministrazione di farmaci ai malati. La continua successione dei metodi e delle teorie, la rapidità delle scoperte e il loro altrettanto rapido abbandono confermano pienamente la sua totale adesione a una fede pragmatica.»
E continua Kent: «Proprio da qui l'Omeopatia si separa dall'Allopatia, qui ha origine la grande divisione fra le due scuole. Vi sono principi che sostengono la prassi medica: ecco ciò che l'Omeopatia afferma.
I medici della vecchia scuola hanno ragione, apparentemente, nel negare l'esistenza di principi, poiché affrontano il problema dal punto di vista dei metodi loro propri. Essi considerano solo le conseguenze empiricamente riscontrabili della malattia e negano o ignorano i problemi inerenti alla natura dell'uomo, che cosa sia, donde venga e che cosa lo caratterizzi nella malattia e nella salute. Non si pronunciano sull'uomo, se non come aggregato di tessuti; individuano la malattia nelle alterazioni tissulari a cui riducono l'intera patologia. Di fatto essi affermano che la malattia esiste senza una causa. Essi accettano solo ciò che si può toccare con mano e vedere con gli occhi, o comunque percepire con i sensi, tutt'al più coadiuvati da strumenti perfezionati. Il microscopio è un'estensione degli organi di senso del medico e i dati patologici osservati al microscopio vengono ritenuti gli elementi esaustivi della malattia, divenuta così evento senza alcun antecedente. Questo, in sintesi, è l'insegnamento allopatico relativo alla natura della malattia.
L'Omeopatia, invece, è consapevole dell'esistenza di qualcosa che viene prima di questi effetti. Ogni scienza insegna, e ogni indagine dimostra, che ciò che esiste è riconducibile a un antecedente causale. Solo partendo da questa premessa è possibile rintracciare la concatenazione di cause ed effetti dall'inizio alla fine e, viceversa, risalire dalla fine all'inizio. In questo modo si arriva a un punto in cui non si formulano più soltanto ipotesi, ma si sa.»
E tutto questo viene confermato, dagli stessi medici.
Da – Omeopatia, tradizione e attualità – Dr. Valter Masci, dir. Scuola di Omeopatia SMB-Italia:
«Ora il problema che si pone e che suscita la prima domanda è il seguente. Il concetto di "sistema" si è dimostrato deleterio per la medicina. Oggi non esistono nella scienza principi da cui tutto promani. La scienza ha riconosciuto nell'osservazione e nell'esperimento, condotti secondo precisi canoni, le uniche fonti del suo sapere. Un sistema ha in sé qualcosa di immodificabile che finisce sempre per entrare in conflitto con le nuove acquisizioni che sono la linfa vitale della scienza. Concepire quindi oggi, e qui siamo alla domanda, una Medicina che, in quanto sistema, è costretta entro canoni stabiliti più di 180 anni fa, non è perciò lo stesso concepire qualcosa di superato? Come non tener conto dell'enorme mole di conoscenze che si sono accumulate dopo il 1810, data di pubblicazione dell'Organon, l'opera fondamentale di Hahnemann? E se invece i principi fondamentali sono mutati, quali sono le acquisizioni nuove che sono state accolte? E da dove provengono? Dall'interno dell'omeopatia, oppure dalla medicina "ufficiale?" E nel primo caso, con quali metodi sono state ottenute e quali certificazioni di verità posseggono?
Figlia di una temperie scientifica in cui i "sistemi" potevano avere credito e seguaci, l'omeopatia rappresenta l'unico esemplare di una specie estinta. A chi volesse vederci un esempio di "sopravvivenza del più adatto", dovrei chiedere: più adatto per chi? »
E questo è una parte del testo della lezione introduttiva al Corso della “Scuola Superiore di Omeopatia” (!), tenuta il 22 ottobre 1994 dal Dr.Prof. Vito Cagli Università degli Studi di Roma.
È sbagliato pensare che non si faccia più Omeopatia appena si cambia qualcosa nel metodo, o perché si aggiungono conoscenze o filosofie affini, ed è illusorio pensare di fare Omeopatia solo perché si seguono pedissequamente le regole sul metodo, senza essere profondamente coscienti di quali principi le hanno generate.
Accade così, che medici che studiano in scuole di Omeopatia, in cui si insegnerebbe l’Omeopatia classica (ne ho sentiti parlare diversi), una volta usciti si ritrovino ad affermare rigidamente che l’Omeopatia è solo quella, e che si deve applicare solo un metodo (normalmente si autodefiniscono unicisti), per arrivare poi a dire che in quello o quell’altro caso grave userebbero i farmaci tradizionali, perché non vedono come l’Omeopatia possa essere meglio dell’Allopatia.
Affermazioni da far ribaltare nella tomba sia Hahnemannn che Kent. Questi, per altro, già allora ironizzava: «Che cosa c'è di più stupefacente del fatto che degli omeopati dichiarati neghino l'efficacia dei loro rimedi?»
Questi medici sono omeopati fedeli ma solo fino a dove la paura e l’ignoranza non li fermano. Paura anche di tipo professionale visto che la legge impedisce loro in tutti i casi anche solo minimamente critici, di scegliere e di utilizzare l’Omeopatia, perché non provatamente terapeutica. La legge impone al medico, dopo aver fatto la diagnosi, di determinare quale sia la migliore terapia da effettuare, ma questo è un modo evidente per escludere l’Omeopatia da tale scelta. Primo perché fare un diagnosi è già di per sé un errore ed un approccio non omeopatico, secondo perché si riduce l’Omeopatia a metodo terapeutico escludendo ogni valore della sua filosofia, che è in netto contrasto con quella allopatica rendendo ridicolo ogni processo di scelta occasionale, perché ce ne dovrebbe essere una sola di fondo e definitiva.
Oggi per i tempi e modi di vita che abbiamo e per le tante difficoltà pratiche che esistono è impossibile praticare l’Omeopatia classica.
«Come scegliere un rimedio. La scelta di un rimedio, secondo l'omeopatia classica, si basa sulla valutazione di quale sostanza abbia una sintomatologia sovrapponibile a quella del paziente, cioè quale sia il simillimo. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, questo è praticamente impossibile, sia per l'estrema varietà di sintomi riferiti dai pazienti a fronte di un numero sì vasto di rimedi ma certamente non paragonabile a quello degli uomini esistenti sulla terra, sia dalla obiettiva difficoltà di una corretta valutazione e interpretazione dei sintomi, riferiti con terminologie spesso difficilmente comprensibili a causa di barriere interpretative date dalla cultura variabile dei pazienti e dalle diverse forme dialettali…..Il lavoro tuttavia necessario a un'omeopata classico per giungere all'identificazione del o dei rimedi più simili al paziente passa attraverso un duro lavoro di repertorizzazione che, in casi complessi, può comportare l'impiego di parecchio tempo (anche alcune ore). La collocazione dei rimedi in una o più logge energetiche a seconda della sintomatologia che è loro tipica, con un metodo basato sull'analogia dei rimedi stessi con le caratteristiche delle diverse logge, permette una ricerca rapida, precisa e affidabile delle sostanze più adatte al caso.» Prof. Mauro Stegagno - Omeopatia bioenergetica - L’omeopatia rivista secondo le leggi dell’agopuntura -.
Se si vuol fare veramente Omeopatia è necessario migliorare e completare l’Omeopatia classica, rimanendo però fedeli ai principi. L’Omeopatia classica, volendo guardare ai fatti e non alle intenzioni, oggi porta le persone a dover far uso dei farmaci allopatici andando quindi contro tutti i suoi principi fondamentali, e questo per diversi motivi di ordine sia sociale, economico che pratico. Certo questa è l’Omeopatia che si vuole avere, limitata e suddita, lontana dalle sue vere potenzialità, i motivi sono diversi e concreti, ma non è questo il contesto in cui esporli.
Sta di fatto che questi allopati mascherati da medici omeopati concludono che l’Omeopatia classica vada modernizzata, utilizzando le nuove scoperte farmacologiche o le nuove terapie strumentali dove secondo loro non può arrivare, cioè uscendo completamente dall’Omeopatia sia nei fatti che nei principi. Questo è assurdo.
Come Kent già osservava un secolo fa:«l’Omeopatia che viene insegnata oggi è semplicemente un tentativo di fondare l’omeopatia su base allopatica: si serve della terminologia allopatica, chiama le malattie croniche con nomi diversi e tratta le manifestazioni organiche della malattia in base al nome dell’organo. ».
Nel rispetto del buon senso che impone di seguire i principi e non certo le metodologie, l’Omeopatia esclude la possibilità di poter utilizzare le terapie naturali, quali ad esempio la Fitoterapia.
Questo perché la loro applicazione è la medesima dell’Allopatia.
Si ragiona sempre per malattie o per gruppi di sintomi. L’azione è terapeutica, quindi impositiva e con possibili effetti collaterali.
Fare Omeopatia è diverso dall’utilizzare cure naturali come spesso si pensa.
Una cura naturale può essere dannosa come una chimica, e personalmente ritengo che le cure con i fitoterapici, per la logica con cui vengono utilizzate, dovrebbero essere solo di pertinenza medica.
Concludendo rifacendoci alle definizioni iniziali, continuare a pensare alla Omeopatia come a un semplice uso di rimedi omeopatici al posto dei farmaci è oltremodo riduttivo e sbagliato.In questo modo viene negata la base filosofica, a cui abbiamo accennato, su cui tanto hanno insistito proprio i fondatori dell’Omeopatia (Hahnemann e Kent).
Omeopatia vuol dire prima di tutto ragionare in modo omeopatico sull’uomo e i suoi problemi e, solo di conseguenza, usare i rimedi omeopatici.
Per questo è importante differenziare la Medicina omeopatica, usare i rimedi facendo la diagnosi delle malattie, dall’Omeopatia.
(Mosconi Marcello – Naturopata-)

 

Il Riscatto di Adamo

Risonanza Magnetica Biocellulare:
La Terapia Del Futuro.

I recenti progressi nel campo della Biofisica hanno consentito di giungere a nuove scoperte.
In particolare, grazie a sofisticate apparecchiature di laboratorio, lo
studio delle emissioni luminose di debole intensità delle cellule degli
organismi viventi, ha aperto le porte ad una nuova interpretazione delle relazioni e dell'interdipendenza d'azione tra le varie cellule.
La teoria dei BIOFOTONI, propugnata dal fisico Popp, sulle tracce di un intuizione ardita già esplicitata dal russo Gurwitsch circa 60 anni fa, offre la credibile interpretazione, suffragata ormai da molteplici
esperimenti, del fatto che l'evento biologico primario alla base della vita, e anche delle alterazioni che portano alla malattia, è un evento fisico dinatura elettromagnetica.
Tutto ciò apre la strada alla soluzione di tanti quesiti, ai quali la
biochimica fin ora non ha saputo dare risposta, ed alla prospettiva di un nuovo modo di fare terapia differente da quello di curare solo i sintomi delle malattie.
Secondo il fisico Popp l'energia elettromagnetica gioca un ruolo
fondamentale nella sfera biologica.
Anche Heisenberg, premio Nobel per la Fisica, afferma che l'energia
magnetica è l'energia elementare da cui dipende tutta la vita
dell'organismo", in quanto capace di modificare l'energia cinetica sia a livello atomico che molecolare.
Il corpo umano cerca di vivere sempre in costante condizione di
equilibrio, e questo equilibrio è mantenuto soprattutto dall'energia
elettromagnetica prodotta dalle cellule del nostro organismo.
Essa è necessaria per far funzionare bene le varie parti della cellula, le cellule di uno stesso organo e quindi i vari organi di uno stesso sistema vivente.
Le cellule di uno stesso organo, per il fatto stesso che hanno identica composizione molecolare, comunicano ed interagiscono utilizzando tutte uno stesso segnale elettromagnetico che si propaga facendole “vibrare” con lo stesso tipo di frequenza, che le fa entrare in risonanza tra loro.
Tutti i sistemi viventi presenterebbero una debolissima emissione di
quanti energetici che interessano i loro fenomeni vitali, e perciò detti
“biofotoni”, che si propagano con la velocità della luce.
La loro esistenza ci consente di comprendere l'elevato passaggio di
informazioni dentro la cellula stessa e tra cellula e cellula,
indispensabili per avviare il metabolismo, la crescita e la
differenziazione cellulare.
I biofotoni rappresentano così, nell'ambito della cellula e dei rapporti intracellulari, un vero e proprio linguaggio per la trasmissione di informazioni in codice.
Anche i processi enzimatici, essenziali per la dinamica del buon
funzionamento della cellula, sarebbero guidati da segnali
elettromagnetici.
Non l'ultima anche l'informazione genetica, che regola la formazione di cellule specializzate a svolgere determinate funzioni, sarebbe
determinata, fra l'altro, da fattori elettromagnetici.
Secondo Popp i biofotoni nascono nel nucleo cellulare, che funzionerebbe come una stazione radio che guida i processi cellulari
attraverso l'emissione di un campo elettromagnetico.
Questa “stazione radio” sarebbe anche in grado di ricevere ed elaborare i vari segnali elettromagnetici che giungono dall'esterno.
Diventa così importante inviare alle cellule “messaggi di salute”, ricordare alle cellule il loro linguaggio, per poter riattivare il loro metabolismo e le emissioni che esse sono capaci di produrre in uno stato di salute e di equilibrio.
Si possono perciò inviare all'organismo queste “INFORMAZIONI GUIDA”, sotto forma di quanti.

Nel caso di un organismo sano, posto che esso esista se teniamo conto di tutto l'inquinamento cui siamo esposti, l'intervento di un “emittente di messaggi di salute” ha l'unica funzione di ottimizzare al massimo la sua resa, consentendo una qualità di vita ancora migliore.
Nel caso di un organismo, ammalato l'invio di segnali frequenziali idonei, cioè di frequenze tipiche delle cellule correttivi” indicanti la via da seguire per riorganizzare secondo schemi di normalità l'attività
cellulare alterata.
Allargando il discorso verso i settori della Medicina che si definisce
“olistica”, scopriamo come il discorso quantistico non riguarda solo la
produzione di campi magnetici terapeutici in senso tradizionale e fisico.
Infatti le teorie più recenti individuano nell'elettromagnetismo il
meccanismo d'azione tipico dei rimedi omeopatici.
Anche nel campo dell'agopuntura l'energia che scorre attraverso i
meridiani può sicuramente essere riconosciuta come energia
elettromagnetica.
Addirittura per la farmacologia della medicina tradizionale viene
riconosciuto, oltre al meccanismo chimico, un ulteriore meccanismo
d'azione di tipo “informativo vibrazionale” dipendente da radiazioni
elettromagnetiche.
Queste nuove concezioni, applicate alla fisiologia ed alla clinica
medica, cercano di trovare nella fisica, e più precisamente nella
biofisica, la spiegazione di quei meccanismi che presiedono ai fenomeni vitali e che causano le malattie e per i quali la biochimica, a tuttora, non è riuscita a dare risposta.
Si apre così la strada per una nuova ricerca che sia in funzione di un nuovo modo di concepire la terapia.
Grazie agli studi fino a qui condotti ed alla tecnologia più avanzata è oggi possibile intervenire con queste modalità grazie ad un sistema detto di Risonanza Magnetica Bio-cellulare a disposizione della singola persona o del nucleo familiare.
Il Sistema MRS 2000 (Magnetic Resonance System) utilizza campi
elettromagnetici pulsanti a bassa intensità.
Ormai numerosi medici stanno riscontrando risultati positivi con l’utilizzo dei suddetti sistemi.
Esiste un Sistema per l’utenza privata, con l’azione principale di profilassi e di terapia di supporto e consiste in una centralina di comando alla quale sono collegati un tappeto,per il trattamento di tutto il corpo, con azione di regolazione, ed un cuscino, per il trattamento locale, in supporto a cure manipolative o per la terapia del dolore.
Ed un Sistema Med per medici e terapisti con una centralina di comando, il tappeto per la cura di tutto il corpo, regolazione sistemica e trattamento di base, il cuscino per la cura locale ed un puntale per zone molto specifiche o per l’agopuntura.
E’ un apparecchiatura tecnologicamente molto avanzata ed allo stesso tempo semplice da usare.
(Luciana Monti - Tel: 339-6451745 / 02-2534052)


Vivere meglio

Varna Pranayama
Un’autoterapia con il colore


Ecco una tecnica molto semplice, per mezzo della quale potrete trasformare il vostro atteggiamento negativo in positivo e “ricaricare le batterie” conducendo l’energia universale (prana) a rivitalizzare il sistema nervoso e il piano fisico.
Sdraiatevi sul pavimento in posizione di rilassamento (savasana) favorendo, con il sopraggiungere dell’immobilità, il rallentamento delle attività fisiche, emozionali e mentali. Ho già fatto notare in altre occasioni che quando ci si dispone a simili pratiche, sarebbe bene scegliere un luogo silenzioso e confortevole. Meglio evitare di stendersi al sole nelle ore più calde. In caso di necessità ci si può coprire. E’ bene tenere presente che, durante il rilassamento, si verifica un rallentamento della circolazione del sangue ed un abbassamento della pressione che portano ad una generale sensazione di freddo. Mantenete la mente quieta ma in piena consapevolezza. Contemplate il vostro respiro: fate in pratica da “spettatori” all’aria che entra nelle vostre narici e che passando nei condotti nasali scende sino ai polmoni. Osservate poi il movimento inverso. Continuate fino a quando siete così assorbiti da questo movimento da divenire il respiro stesso e avvertite ogni altra percezione, prima passare in secondo piano e poi svanire. Siate consapevoli solo del “soffio”, null’altro. In breve beneficerete di un piacevole stato estatico. A questo punto sforzatevi di portar fuori della memoria il vostro colore preferito. Il vostro colore “psichico” preferito, non quello che ognuno sarebbe portato a scegliere in quel momento per vestirsi, legato ai cambiamenti del piano emozionale, ma quello profondo che appartiene alla natura essenziale e stabile, assai poco soggetta a cambiamenti. Nello stato di assorbimento in cui la pratica vi ha portato diviene facile individuarlo dentro di sé. Adopratevi per sviluppare quest’immagine fino a farla divenire reale, concreta, fruibile dai vostri sensi interni. Provate a schiarirla rendendo il vostro colore preferito un po’ più luminoso di come siete riusciti a visualizzarlo. Ora immaginate che ogni cosa, ad esempio il mondo degli oggetti che vi circonda e persino l’aria che respirate, sia di quel colore. In un certo senso è come se ciò che si riesce a vedere fosse visto attraverso un filtro e si respirasse aria colorata.
L’aria passando dalle vostre narici scende nella gola, poi nei polmoni e, questi organi si colorano del colore preferito reso luminoso dal vostro precedente sforzo. Poco dopo l’aria non esisterà ma state movendo per mezzo del respiro un flusso colorato guidandolo nel vostro corpo, portandolo nell’area dell’addome, nel plesso solare.
Trattenete senza sforzo il respiro rimanendo concentrati in questo punto e poi espellete. Dopo alcune respirazioni, continuate a muovere il flusso colorato e condurlo al plesso solare, tuttavia, mentre trattenete l’aria, una spirale immaginaria, partendo dall’ombelico si estende fino a coprire tutta la superficie dell’addome. Espirate normalmente. Ripetete più volte ma in seguito, durante l’espirazione, ipotizzate di spingere il flusso colorato dall’ombelico verso la periferia del corpo, in ogni direzione. Dovete insistere fino a raggiungere una reale sensazione di totale saturazione.
Nell’immaginazione, il vostro corpo, come un contenitore, deve essere totalmente saturo di quel colore. Insistete ancora, sempre allo stesso modo: inspirate aria colorata portandola al plesso solare e, mentre trattenete, ideate la spirale in espansione che partendo dal vostro ombelico va a coprire l’intera superficie dell’addome; quando espirate, dal plesso solare immaginate di spingerla in tutte le direzioni verso la periferia del corpo; avendo tuttavia già ottenuto una totale saturazione la immaginate uscire dai pori della vostra pelle spingendo così all’esterno ciò che ancora non vi è riuscito colorare ovvero la vostra residua negatività. Avverrà così un processo di completa purificazione psico-fisica.
Al primo accenno di stanchezza, fermate il processo d’autosuggestione e ritornate a prendere coscienza del respiro spontaneo e naturale, del vostro corpo e della sua posizione. Prima di iniziare a sciogliere la posizione, procedimento da sviluppare con attenta gradualità, “esteriorizzate” la vostra coscienza divenendo consapevoli dei rumori che vi giungono dall’esterno e della stanza nella quale vi trovate. Soffermatevi ad ascoltarli, senza analizzarli: è il suono della vita intorno a voi. Poi ritornate a prendere coscienza del vostro corpo ed iniziate a muoverlo con piccoli movimenti: muovete prima le dita dei piedi, poi delle mani, ruotate la testa a destra poi a sinistra ed infine individuate quali sono i movimenti spontanei che il vostro corpo desidera fare in quel momento ed assecondatelo. In seguito portatevi seduti soffermandovi qualche secondo per lasciare normalizzare la pressione del sangue ed infine alzatevi.
Dopo aver svolto correttamente la pratica si può notare che il contenuto della mente risulta modificato e rinnovato in positivo.
(Bianchi Amadio)


LEGGENDO, LEGGENDO……………

IPERSPAZIO
Un viaggio scientifico attraverso gli universi paralleli le distorsioni del tempo e la
decima dimensione

Michio Kaku
MACRO EDIZIONI
€ 22,00


LA PULCE NELL’ORECCHIO

Alcuni amici sub che si immergono nelle acque antistanti la zona di Rimini mi hanno raccontato delle condizioni del fondale lasciato nelle mani della mafia degli armatori di pesca senza alcun controllo o limite. Un vero deserto specialmente se contrapposto alle zone protette delle piattaforme e degli allevamenti di mitili fiorenti di vita sia vegetale che animale:
addirittura vi si possono ammirare specie tropicali.
Avrei voluto scrivere contro questo stato di cose, ma poi ho pensato che così facendo sarei caduto nel gioco eterno della contrapposizione facendo felici i nostri padroni. Evidentemente a loro non interessa in quali condizioni sia la porcilaia, tanto sanno che ciclicamente viene forzatamente rinnovata e quindi perché spendere energie per tenerla in ordine. Anzi più lerciume viene prodotto, più sofferenze e fastidi esistono migliore è la resa.
Non c’è proprio niente da fare per noi nati schiavi.



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